È l’11 giugno 1997, quando un proiettile colpisce alla tempia Silvia, madre di soli 39 anni, mentre sta tornando a casa nel suo quartiere a Napoli, Arenella. Accanto a lei, il figlio Francesco di appena 5 anni, appena uscito dalla scuola d'infanzia. Spettatrice inconsapevole dal balcone, c’è la figlia Alessandra di 10 anni.

La vittima si trova coinvolta in un agguato per puro caso, perché l’obiettivo della sparatoria è Salvatore Raimondi, affiliato al clan Caiazzo–Cimmino, avversario del clan Alfano. Ancora una volta un commando della camorra non si fa scrupoli a colpire a raffica (sono stati sparati oltre 40 colpi) delle strade civili. Tra i responsabili, si annovera il poliziotto Rosario Privato, che assieme ai mandanti e agli esecutori, è stato assicurato alla giustizia.

 

L'efferato omicidio scosse molto la comunità. Silvia non viene dimenticata: l’Asilo del figlio Francesco prende il suo nome, come anche la strada dove si è svolta la strage. L’11 luglio 2007 ai familiari viene attribuito un risarcimento dal Tribunale di Napoli, che per volontà del Comitato Silvia Ruotolo, presieduto dal marito Lorenzo Clemente, e dell’associazione Libera, è stato impiegato per la costituzione della Fondazione Silvia Ruotolo, dedita al recupero dei ragazzi a rischio. Viene inoltre posta una targa commemorativa presso i Giardini di Piazza Medaglie d’Oro di Napoli, dove ogni 11 giugno si svolge una cerimonia civile per ricordare la vittima innocente.

Nel 2013 la figlia Alessandra Clemente è nominata assessore comunale alle Politiche Giovanili, Innovazione e Creatività, perseguendo in modo più attivo gli ideali della madre. L’11 giugno 2023, dopo 26 anni dall’accaduto, durante la cerimonia commemorativa, si sottolinea l’importanza di intervenire, concentrandosi sui giovani perché “Oggi la violenza è spesso giovanile, va fermata”.  A testimoniare, Alessandra ricorda la madre con grande affetto: “La Fondazione dedicata a nostra madre fa tutto quello che le è stato tolto: il suo sorriso, la sua vita, le sue passioni […] La Fondazione è qualcosa di prezioso che persegue gli ideali di mia madre. Mai come oggi bisogna lavorare con l’infanzia.”

 

 

Approfodimenti

Da leggere

 

- Lotta civile, di Antonella Mascali, Chiarelettere, 2009
È un libro che racconta 12 storie di vittime della camorra che hanno lavorato nell’educazione giovanile (tra cui anche quella di Silvia Ruotolo). Viene
scritto con l’aiuto dei familiari e degli amici, che vogliono trasformare il dolore in
denuncia verso la criminalità.

Da vedere

 

- "Mia madre uccisa sotto i miei occhi" - nel corso di una puntata del talk La Vita in Diretta, i figli di Silvia Ruotolo, Alessandra e Francesco, raccontano quello che ricordano di quella giornata e della scomparsa della loro madre