«Mi piace vedere giocare i miei quattro figli insieme; 3 Tarantino e un Ciavarella che si vogliono bene. A Sannicandro Garganico non sarebbe mai accaduto, sarebbe stato uno scandalo»
Rosa Lidia Di Fiore è una ragazza di una straordinaria bellezza e intelligenza, figlia di un’insegnante, ma anche del Gargano (il promontorio situato nello sperone d’Italia), noto come la zona de la mafia dei montanari, dove varie famiglie mafiose dagli anni Settanta fino ad oggi hanno consumato oltre 400 omicidi, l’ottanta per cento dei quali è ancora irrisolto.
La ragazza, a 18 anni, va in sposa al boss mafioso del posto, Pietro Tarantino, col quale ha 3 figli. Quando finisce in prigione, per essere stato scoperto per le sue azioni criminali, Rosa si innamora del rampollo della famiglia rivale, Matteo Ciavarella, dal quale si rifugia per aver concepito un figlio con lui. Questo fa iniziare una nuova guerra di mafia, che porta a molti omicidi e dispersioni di sangue, anche di bambini innocenti.
È una storia arcaica e bestiale, dove gli uomini firmano gli omicidi deturpando i volti dei loro nemici con una pallottola sul volto (per cancellarne la memoria), ne leccano il sangue e fanno sparire i corpi dandoli in pasto ai maiali. È una storia dove le donne crescono i figli educandoli a vendicare i loro padri. Ma Rosa non vuole rassegnarsi, anche perché è cosciente che i suoi figli (essendo di 2 famiglie rivali) potrebbero finire per uccidersi a vicenda. Infatti, con grande coraggio, decide di portarli via dalla Puglia, e si rifugia in un luogo al sicuro, dove è situata tutt’ora: diviene la prima testimone di giustizia della mafia del Gargano.
Decide di collaborare con la Giustizia il 24 marzo del 2004 perché non vuole che i suoi figli crescano come i rispettivi padri. Così a 34 anni, Rosa è imputata nel maxi-processo alla mafia garganica in corte d’assise come pentita, e per 3 ore risponde alle domande per ricostruire la faida di San Nicandro tra i Tarantino e i Ciavarella, con 16 morti dal 1981 ad oggi.
Parla del suo ex convivente Matteo (condannato all'ergastolo nel processo-gemello abbreviato), di una mezza dozzina di omicidi che l'ex compagno avrebbe compiuto in anno; del presunto coinvolgimento in un paio di questi omicidi di Gennaro Giovanditto, l'allevatore sannicandrese imputato di 13 omicidi, mafia e droga nel maxi-processo in corso.
Tutto inizia nel 1981, quando Giuseppe Tarantino, fratello del marito Pietro, uccide 5 persone dei Ciavarella tra cui una bambina. Col passare degli anni l’odio diventa più tenue, tanto che Matteo Ciavarella e Pietro Tarantino divengono amici. Questo finché Antonio Ciavarella, il padre di Matteo, viene ucciso il 28 novembre 2002, e Giovanditto fa credere a Matteo che i responsabili siano i Tarantino, offesi dalla storia che lui ha con Rosa. Lei cerca di dissuaderlo per non fidarsi di Giovanditto. Infatti dopo qualche tempo Matteo capisce che la compagna ha ragione, che i Tarantino non hanno fatto niente e che a organizzare tutto è stato proprio Giovanditto: ma nel frattempo Matteo ha ammazzato tutti i Tarantino, per vendicare il padre, come gli ha suggerito la madre. In realtà Antonio Ciavarrella, era molto temuto e rispettato dai Tarantino, e Giovanditto gli voleva togliere le estorsioni sugli appalti, affare di cui Matteo non si occupa, impegnato nella sua vendetta. Questa lo spinge a diventare ossessionato e brutale, anche con Rosa, che scappa da lui coi figli per questo motivo.
Rosa trova tardi la sua pace e può dedicarsi all’amore per i suoi figli con tranquillità: “Mi piace vedere giocare i miei quattro figli insieme; 3 Tarantino e un Ciavarella che si vogliono bene. A Sannicandro Garganico non sarebbe mai accaduto, sarebbe stato uno scandalo».
Approfodimenti
Da sapere
- Purtroppo la storia di Rosa non è l’unica, ma rimane importante per essere la prima pentita nella storia della mafia.
Da leggere
- Carlo Bonini e Giuliano Foschini, Ti mangio il cuore. L’abisso di Gargano. Una storia feroce, Feltrinelli, 2022 (nuova edizione) Il libro non racconta solo la storia di Rosa, ma anche di altre persone, come poliziotti, condannati e vittime, che hanno contribuito a fare più luce nei fatti appartenenti alla Faida del Gargano.
Da vedere
- Ti mangio il cuore (2022) di Pippo Mezzapesa, ispirato all’omonimo libro, in specifico la storia di Rosa, che nel film viene un po’ romanzata e i nomi vengono sostituiti: si chiama Marilena, e viene interpretata dalla cantante Elodie.